sabato 25 ottobre 2008

Irrazionale, geniale, surreale come le sue tele, ma grande amico mio; Leone Gariano.

'L'ambito del surreale - scriveva Leone Gariano di se stesso - pur con sfaccettature e risvolti vari, mi si attaglia''.
Per chi lo conosceva bene non ci ha lasciato solo un grande pittore, ma un uomo arguto e intelligente, amante della musica classica e lirica, in due parole, un grande artista.
La sua è una pittura affascinante, legata a valori della fantasia e della magia, persino barocchi nella loro realizzazione: Gariano non è infatti un pigro fantasioso, ma è un esploratore di sogni instancabile, ricco, infinito, a tratti lineare a tratti aggrovigliati, in grado di saper smascherare '' la semplicità con la complicazione'', incastrando ''la vita dentro alla vita, all'infinito…'' (Geno Pampaloni).


Dipinge atmosfere da sogno e da trance, di ricordo e di aspettative future, di passati e di presenti, di vita e morte, di inconscio e immaginazione, elle quali vengono ritratti intrichi di fogliame, affascinanti e sconosciuti uccelli, idoli femminili dalla bellezza conturbante, guerrieri aztechi, simboli di forza e di attrazione per il sepolcrale, fondi marini strani e sconvolgenti, rigogliosi, fantasiosi, vivi, fuori del tempo, e spesso del mondo.



Il fascino delle sue opere è davvero tale da non far supporre che attraverso la propria arte, Gariano racconti anche il senso del disfacimento della vita e dei valori, della morte che incombe e della fragilità che deteriora......
Ciao Leone, buon viaggio.

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